Listening to the Sound of Silence: suoni, silenzi e attività  celebrale

Un’interessante studio pubblicato all’inizio dell’anno appena passato sul Journal of Neuroscience ci constringe a riflettere su un elemento sonoro con cui veniamo costantemente in contatto e che rimane tuttavia ancora molto sottovalutato…il silenzio.

Proviamo a seguire la cronaca dell’esperimento…

Quest’ultimo prevedeva due momenti ben distinti, uno con emissione di stimoli sonori, l’altro senza (con “emissione di silenzio”, potremmo dire, e vedrete perchè…).

Il primo, the listening-in-silence trial: uno schermo mostra due frecce che vanno in direzioni opposte, in stand-by per 4.5 secondi. Al loro scadere, una delle due frecce si illumina indicando la direzione (canale destro o canale sinistro) da dove ci si deve attendere il suono.
I soggetti sanno che l’intensità  sonora crescerà  progressivamente e dovranno premere un bottone non appena percepito il suono. La partenza del crescendo è regolata da 7 differenti delay ( a 0, 1.5, 4.5 o 7.5 secondi).

Il materiale sonoro è costituito da 28 suoni con differenti filtraggi passa-banda, distesi su un intervallo di 24 semitonicon un cutoff di frequenze gravi tra 175 e 831 Hz, da un minimo di 0 ad un massimo di 100 db coperti in 1500 ms.

Il secondo, the resting-state trial, mostra due frecce grigie (sempre opposte), che indicano il periodo di risposo. Ognuno di quesit momenti dura 10.5 secondi ed è caratterizzato dall’assenza di qualsiasi stimolo sonoro, cioè dal silenzio.

Il tutto sentito attraverso cuffie, anzi per essere precisi earplugs, i cui livelli sono settati empiricamente per non risultare fastidiosi pur garantendo la massima precisione d’ascolto.

I trials sonori sono stati 56 (28 per canale), “spalmati” su 7 ripetizioni della sequenza dei delay. I silenzi sono stati 10. L’alternanza dei due momenti era naturalmente randomizzata, tuttavia i colori delle frecce indicavano chiaramente la presenza di uno o dell’altro trial (quindi l’aspettativa di suono o di silenzio):

silenzio=frecce grigie;

suono=freccia rossa.

Ed ecco il risultato: nonstante questa chiara indicazione, l’attività  celebrale registrata (4 scannerizzazioni per momento) ha indicato chiaramente la presenza della stessa “attenzione uditiva” sia in presenza di suono (o attesa di suono) che in silenzio. Di più: benchè l efrecce indicassero già  il canale di provenienza, il concentrarsi sul canale destro o su quello sinistro non ha comportato differenze nell’attività  celebrale.

In conclusione, il nostro cervello – l’aveva capito bene John Cage…-tratta il silenzio come un suono tra i suoni…c’è di che riflettere, non credete?

Voisin J., Bidet-Caulet A., Bertrand O., Fonlup P.: Listening in Silence Activates Auditory Areas:A Functional Magnetic Resconance Imaging Study, The Journale of Neuroscience, January 4 2006 26(1): 273-27

http://www.jneurosci.org

Facebook Comments
Sara Lenzi
follow me