Paranoid Park e il sound design di Leslie Shatz

Paranoid Park di Gus Van Sant è uno dei film dell’anno, non solo dal punto di vista cinematografico, ma anche da quello puramente sonoro.

Responsabile del lavoro effettuato sul suono è l’americano Leslie Shatz, già  collaboratore di Van Sant in film come Gerry, Elephant e Last Days (grazie al quale ha vinto il prestigioso Technical Grand Prize al Festiva di Cannes).

Leslie Shatz e Gus Van Sant

Shatz fa parte di quella schiera di professionisti che riesce a lavorare in grandi produzioni mainstream così come in piccoli film indipendenti.

Paranoid Park ne è la prova. Chi inserirebbe nei commenti sonori del film brani di Nino Rota e Elliot Smith contemporaneamente (anche se in questo caso lo zampino del vecchio Gus è palese)? Chi mescolerebbe cut-up sonori di matrice elettronica con vecchie canzoncine da giostra per bambini?

Allo stesso modo il lavoro effettuato sull’ambientazione sonora è notevole. Paranoid Park è un film sfaccettato, frammentato, con continui salti temporali e cambi visuali (per esempio il massiccio utilizzo di riprese in 35 mm). Il suono caratterizza perfettamente ogni momento della narrazione degli eventi, com’è possibile audiovedere dall’estratto della scena in basso.

Un capolavoro sonoro assoluto è il momento in cui il protagonista Gabe Nevins, atterrito dal corso degli ultimi eventi che stanno sconvolgendo la propria vita, rimane immobile sotto la doccia, lasciandosi investire da una cascata di gocce d’acqua. Lo stato d’animo del ragazzo viene rappresentato tramite un maestoso morphing sonoro della durata di circa un minuto. Roba da alzarsi in piedi e urlare di far tornare indietro la pellicola.

Purtroppo non è possibile trovare in rete un estratto di questa scena, per cui l’unico consiglio che posso dare è di andare ad audiovedere il film il più presto possibile. Ne vale veramente la pena.

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Gianpaolo D'Amico

8 COMMENTS

  1. sono andato subito a vederlo!
    bel film e splendida colonna sonora… anche se.. mi lascia sempre perplesso il duplice utilizzo di una stessa musica in un film. Qui cio’ avviene proprio con il brano di sfondo del video che avete linkato, solo che la seconda volta riguarda l’incontro con l'”altra” ragazza. Beh, se nel primo caso abbiamo una perfetta concordanza di suono e azione, la seconda volta viene a mancare. Sara’ voluto immagino, ma rimango perplesso. Lo riguardero’…

  2. mvl, sicuramente il film di Van Sant deve essere audio ascoltato più di una volta.
    L’utilizzo molteplice dello stesso commento sonoro per scene diverse ha un obiettivo ben preciso: creare un legame tra eventi diversi con caratteristiche simili dal punto di vista narrativo.
    Un esempio è proprio quello da te indicato: lo stesso commento sonoro viene utilizzato ogni volta che si presenta la parte più teenager della vita del protagonista, in questo caso gli incontri con le ragazze.
    Analogo discorso per tutte le scene in cui sono presenti le gesta degli skaters, che sono commentate a livello sonoro sempre nello stesso modo.
    Il sound design è l’elemento che accomuna le diverse storie, che sono sviluppate spesso in modo temporalmente non lineare.
    Infine vorrei un tuo parere sulla scena della doccia, che a me veramente ha creato un sussulto emotivo non indifferente.

  3. Capisco l’utilizzo del medesimo brano per legare situazioni diverse. Solo che il brano nel primo caso ha anche una valenza “teatrale”, mentre nel suo secondo utilizzo i cambi della musica sembrano essere ignorati dalla scena. Mah… me lo rivedro’.
    La scenda della doccia e’ invece grandiosa… un vero coupe de theatre!

  4. In effetti quello che dici sui cambi di musica mi incuriosisce non poco. Purtroppo la dimensione cinematografica non aiuta ad approfondire alcuni momenti di audiovisione. Da ricontrollare sicuramente.

  5. Sono riuscito a vederlo solo qualche giorno fa’, giusto in tempo prima che uscisse dalle sale. Appena terminato l’avrei voluto rivedere un’altra volta, ma era l’ultimo spettacolo. Conterò i giorni aspettando l’uscita del DVD per studiare con cura questo capolavoro.

    L’andamento ricorda quasi la bipartizione aria-recitativo del melodramma: alla parti narrative si giustappongo lunghe sequenze dove suono e immagine escono dal tempo.

    Più di ogni altra cosa mi sono rimaste impresse le scene degli skaters, in particolare quella all’interno del condotto.
    Anche nella scena immediatamente precedente a quella in questo post il gioco tra suono e immagine è divertente – nel clip sopra si vede appena: nel mezzo primo piano alex percorre il corridoio della scuola con camminata cool, ondeggiando a rallentatore, quasi a voler dare il tempo all’orchestra di Rota.

  6. […] Ricorderete tutti il bel post di Gianpaolo sull’ottimo sound design in Paranoid Park…lo ricorderete anche perchè i vostri commenti non sono certo mancati, e tutti concordavano sull’ottimo lavoro che il sound design aveva portato avanti assieme a Gus Van Sant con cui collabora da lungo tempo. Pochi mesi dopo, ecco una brutta sorpresa… […]

  7. Lo stò studiando per la mia tesi sul missaggio audiovisivo e ho trovato nella versione originale nella scena del primo interrogatorio un errore di doppiaggio che viene scoperto dall’ispettore stesso, il quale fa una faccia sorpresa nel controcampo, quasi a far notare questo “errore voluto”, prima di continuare a interrogarlo! grande Van Sant..

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