I Matmos, il Museo della Ceramica, l’Aida. Un’intervista.

Martedì 26 giugno Drew Daniel e Martin Smith, in altre parole Matmos, hanno tenuto un concerto speciale al Museo della Ceramica di Faenza.

Museo Ceramica di Faenza

Speciale per varie ragioni. Tanto per cominciare il gruppo di percussionisti che da un pò di tempo li accompagna, So Percussion, si dilettava ad utilizzare come percussioni proprio le famose ceramiche faentine, in vari modelli: vasi, coppe, ciotole.

So Percussion

Le ceramiche venivano percosse, sfregate l’una contro l’altra oppure con archetti, e via dicendo, creando sia pezzi solisti che in dialogo con l’elettronica di Matmos, accompagnati da Nate Boyce alla chitarra e laptop.

chitarra

Le ragazze di Openstudio Faenza, organizzatrici dell’evento nell’ambito della rassegna di quest’anno in collaborazione con StradeBlu, mi informano che furono proprio i Matmos, presenti anche l’anno scorso nel programma di Strade Blu, a chiedere di poter suonare le ceramiche…detto fatto, Open Studio li ha accontentati, con grande soddisfazione di Drew Daniel che ha aggiunto

…E ci hanno detto che le possiamo pure rompere.

Seconda ragione: Drew e Martin erano reduci dalla prima di Dissotterrare Aida, una rivisitazione elettronica dell’Aida di Verdi che il duo californiano e So Percussion hanno composto su commissione della Fondazione Arena di Verona per Verona Contemporanea.

Sabato 23 giugno all’Auditorium della Gran Guardia in piazza Brà , quando Dissotterrare Aida è andata in scena (stesso organico del concerto di Faenza) io non c’ero. Ma ho letto il Corriere della Sera qualche giorno dopo, in cui un articolo ad effetto attribuiva a Matmos l’aver creato scompiglio nell’amministrazione comunale veronese e un discreto attrito tra la Regione (pare che al presidente Galan l’esperimento sia molto piaciuto), il sindaco di Verona (il quale invece non ha gradito) e la Fondazione dell’Arena.

Matmos ha eseguito a Faenza due brani tratti da Aida. A me e non solo sono sembrati molto suggestivi, complici alcune immagini dell’allestimento operistico tradizionale proiettate durante il concerto.

Aida

In pure stile Matmos i due brani erano costruiti con un lento movimento a riempire…da pochi elementi, puramente elettronici e percussivi (non dimenticate la presenza fondamentale di So Percussion) Drew e Martin riescono a dare la sensazione di riempire completamente lo spazio sonoro e lo spazio immaginario che l’utilizzo di una quantità  enorme di suoni diversi suggerisce.

Si ha la sensazione che il suono ti invada e ti circondi, e tu non devi fare altro che immergerti e lasciartici circondare…il tutto senza dare quella fastidiosa sensazione di saturazione che caratterizza tanta musica elettronica. Dev’essere proprio il Matmos, la palude che si nutre della volontà , il gorgo che inghiotte le sensazioni degli uomini in Barbarella…e come in Barbarella, anche qui i momenti più drammatici non riescono a non trasmettere quell’idea sbarazzina/surreale/allegra che la musica dei Matmos ci trasmette…

Matmos

Speriamo cha da Aida esca un bell’album, e che l’esperimento di ripeta. I ben informati dicono che forse l’anno prossimo…

Terza ragione: a ora tarda, mentre il palco veniva smontato e noi intralciavamo coi nostri movimenti il lavoro altrui, sono riuscita a chiacchierare con un Drew intento a sistemare tutto il Matmos set nelle valige (eh sì, devono smontare tutto anche loro…).

Troverete qui di seguito gli abituali file audio, immersi in un involontario paesaggio sonoro e dotati di un’altrettanto involontaria spazializzazione…degni, crediamo, di un brano dei Matmos.

Un’avvertenza: l’intervista è in inglese.

Nella prima domanda chiedo a Drew cosa ne pensa dell’interazione e delle opere interattive di cui tanto si parla nel campo delle arti digitali. Lo spunto è proprio Dissotterrare Aida che, dice il Corriere, è un’opera interattiva…non la pensano così i loro creatori…

prima domanda a Drew

Nella seconda domanda (suggerita da Luigi Mastandrea) chiedo invece se c’è un atteggiamento in qualche modo politico nella musica dei Matmos. Drew ci racconta come i Matmos stessi nascano da una esigenza di incontro/scontro e quindi democrazia…buon ascolto.

seconda domanda a Drew

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Sara Lenzi
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