Il futuro di SensorLab

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C’era una volta una fra le prime (la prima?) preziosa interfaccia MIDI creata appositamente per la conversione di segnali provenienti da sensori in segnali MIDI. Il SensorLab, sviluppato e prodotto da STEIM, il centro olandese dedicato alla ricerca e allo sviluppo di strumenti e tools per la performance nell’ambito delle arti elettroniche.

C’era perchè SensorLab, prodotto in maniera quasi avveniristica nei primi anni ’90, al momento è fuori produzione. Tecnicamente si trattava di una scatola di 3,5X10X20 cm, dotato di 32 canali a 8 bit da analogico a digitale e sensori digitali ad ultrasuoni per la misurazione della distanza basati su dispositivi FPGA (Field Programmable Gateway Array) e che i pionieri dello STEIM avevano testato, tra le altre cose, applicato ad una tromba utilizzando i sensori di distanza per sfruttarne la gestualità  sonora.

SensorLab era inoltro dotato di un suo specifico ambiente di progammazione con il quale interfacciarsi in maniera intuitiva. SPIDER – questo il nome del linguaggio creato da STEIM – consentiva un buon grado di trasformazione ed elaboraizone dei segnali provenienti dal Lab. Nel corso degli anni i ricercatori di Steim hanno sviluppato, forzati dalle necessità  dei performer, una intera linea di SensorLab design.

Oggi lo strumento, dicevamo, non è più distribuito. Ma c’è chi si è fatto carico di portarne avanti la filosofia, upgradando, per così dire, SensorLab per adattarlo a nuovi sensori digitali oltre a quelli ad ultrasuoni già  presenti nell’edizione originale. e alle nuove velocità  di trasmissione dati. Il Gluion di Sukandar Kartadinata (Glui) è provvisto di 16 – 64 canali analogici e 68 pins digitali, trasmette i dati secondo il protocollo OSC dunque via Ethernet, la risoluzione arriva ai 16 bit, e il rate di trasmissione dati dai sensori è costante a 1ms.

Sukandar come dicevamo ha ripreso dichiaratamente lo studio di Steim, immaginando il Gluion sulla base delle caratteristiche del SensorLab in particolare per quel che riguarda l’uso del FPGA e dei sensori di distanza ad ultrasuoni.

Il risultato consiste in tre interessanti esperimenti:

1) per Peter Cusack, applicato a chitarra e bouzouki:

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2) per il trombettista Jonathan Impett:

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3) per Nicolas Collins e il Trombone-Propellered Electronics

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Detto per inciso, il brillante Sukandar Kartadinata, che tiene regolarmente diversi workshop al centro berlinese Tesla, ha collaborato con Edwin vad der Heide occupandosi dell’interfaccia per la gestione e il controllo del rate delle valvole in Pneumatic Sound Field.

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Sara Lenzi
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